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sabato 17 luglio 2010

NEWS TELEWORK



A Telecom Italia è l'ora del telelavoro
Al via una sperimentazione che interesserà i Test Labs di Torino e la Software Factory di Trento.

Una nuova sperimentazione di e-work in Telecom Italia è stata concordata fra l'azienda e Cgil-Cisl-Uil del settore: a differenza del telelavoro domiciliare che da anni coinvolge alcune centinaia di operatori del 1254, con scarsa flessibilità, questa volta il progetto interessa lavoratori ad alta professionalità che svolgono attività nel campo dell'informatica e delle tecnologie delle telco.
Si tratta di un progetto che avrà la durata di 24 mesi, interessando 160 lavoratori dei Test Labs di Telecom Italia Lab di Torino e dieci informatici della Software Factory di Trento.
Nei Test Labs si effettuano, in via sperimentale, prima del lancio sul mercato, i test di collaudo sugli apparati di rete, sui terminali, sui materiali, per valutarne l'impatto sulla rete , la sicurezza, la vulnerabilità e via dicendo.
I tecnici potranno svolgere per tre giorni alla settimana la propria attività a domicilio, in una fascia oraria dalle 8 alle 20, in cui prestare l'orario giornaliero di 7 ore e 38 minuti, considerando la prestazione dal momento in cui il tecnico si collega a quello in cui si disconnette.
Il lavoratore sa che deve garantire la sua prestazione ma può anche frazionarla con flessibilità. Inoltre, per evitare l'isolamento e anche l'impoverimento professionale del tecnico, si alterna presenza in sede a presenza a domicilio.
E' la prima volta che Telecom accede a una richiesta di telelavoro per lavoratori ad alta professionalità e inquadramento, una richiesta che era stata rivota da molti anni e finora era sempre rimasta inascoltata dai vertici aziendali.

La Asl 4 di Matera ha attivato il telelavoro per un non vedente.

Matera 19 novembre 2008 - Prima postazione di telelavoro attivata dall’Azienda sanitaria locale n. 4 . L’iniziativa, deliberata dalla direzione strategica aziendale, riguarda un non vedente che potrà svolgere le funzioni di centralista da casa utilizzando le moderne tecnologie di comunicazione. Il provvedimento segue all’avvio del progetto previsto dalla legge n.53/2000 (approvato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e proposto dall’Ufficio Relazioni sindacali della Asl), sulla attuazione di misure sul telelavoro che prevede, laddove sia tecnicamente possibile, prestazioni di lavoro al di fuori della sede naturale dell’Ente, utilizzando il supporto di tecnologie dell’informazione e della comunicazione. L’ Azienda provvederà alla fornitura e alla installazione di apparecchiature e impianti.
La decisione dell’Azienda segue a una richiesta del responsabile dell’Unità operativa Comunicazione- Ufficio Relazioni con il Pubblico, Pietro Centolanza, che tendeva anche a razionalizzare il servizio di centralino funzionante 24 ore al giorno. “ E’ una azione -ha detto Franco Bitonto, responsabile dell’Ufficio relazioni sindacali - che va nella direzione del progetto della legge 53/2000 sul telelavoro e può essere intesa come azione positiva per promuovere le pari opportunità’’. Positive valutazioni sono venute anche dal commissario della Asl, Domenico Maroscia. “ Il provvedimento -ha detto Maroscia- consente di valorizzare benefici sociali e personali,oltre che a migliorare l’organizzazione del lavoro nell’ambito delle attività di servizio del centralino telefonico, ove opera un lavoratore non vedente della nostra Azienda. Non escludiamo che l’iniziativa, una volta verificate le condizioni, possa essere attivata per altre situazioni’’.

Crotone, Provincia, approvato progetto telelavoro




CROTONE -27 Luglio 2009 -  La Provincia di Crotone ha approvato un progetto pilota di telelavoro, aperto a tre postazioni per la durata di un anno. A seguito di regolare bando - si legge in una nota - sono state selezionate tre donne, dipendenti della Provincia. Il Progetto sperimentale ha preso forma su impulso della Consigliera di Parita', Rosa Patrizia Vincelli, ed e' stato sostenuto dalle figure istituzionali della ex Giunta e dalla Direzione Generale''. Il progetto, si legge ancora, ''e' stato condiviso dal Presidente Stano Zurlo e dall'assessore al personale Diodato Scalfaro. Il telelavoro razionalizza l'organizzazione del lavoro, realizzando economie di gestione, attraverso l'impiego flessibile delle risorse umane e rappresenta la forma piu' avanzata di flessibilita' organizzativa, in quanto opera una destrutturazione del luogo e del tempo di lavoro ed ottimizza le risorse, per la ricaduta positiva sulla motivazione e produttivita' del personale''.




AL VIA PROGETTO DI TELELAVORO PER 10 DIPENDENTI REGIONALI

Napoli -  10 marzo 2010 - Dieci note book, dieci pen drive e dieci sim card per il traffico internet. Dieci kit completi per il telelavoro per altrettanti dipendenti regionali. E’partito ieri il progetto della regione campania rivolto all’interno delle amministrazioni pubbliche al fine di incentivae una serie di azioni in tema di pari opportunità che garantiscano forme di conciliazione tra vita familiare e professionale tutelandone gli equilibri. Il telelavoro si concretizza in una forma di lavoro flessibile e a distanza, secondo modificazioni organizzative che non pregiudicano l’efficienza lavorative e l’autonomia del soggetto, lo sottolinea ai nostri microfoni Alfonsina De Felice, assessore regionale alle politiche sociali (INTERVISTA nel file allegato)


Patti sociali di genere. Il progetto dell'Ateneo

Sarà presentato in conferenza stamattina il progetto di telelavoro e conciliazione redatto dall'Università del Salento nell'ambito dei patti sociali di genere

Lecce - 26 maggio 2010 "Telelab. Laboratorio di telelavoro e conciliazione". E' questo il nome del progetto che l'Università del Salento proporrà alla Regione Puglia nell'ambito delle iniziative di finanziamento dei patti sociali di genere (determinazione 816 del 23 dicembre 2009; avviso pubblico per il finanziamento degli interventi e delle azioni oggetto del "Patto sociale di genere nel territorio della Regione Puglia", pubblicato sul Bollettino ufficiale 18 del 28 gennaio 2010).
La conferenza stampa di presentazione avrà luogo alle ore 10.30 di oggi nella sala conferenze del Rettorato (piazza Tancredi 7, Lecce)
Vi prenderanno parte Domenico Laforgia, rettore dell'Università del Salento, le professoresse Francesca Lamberti (direttrice del Dipartimento di Studi giuridici) e Maria Mancarella del Dipartimento di Scienze sociali e della comunicazione, e Donatella Grasso del Comitato Pari opportunità dell'Ateneo.
Nel corso dell'incontro avrà luogo la sigla dell'accordo di partenariato con gli enti e le organizzazioni partner di progetto: Confederazioni sindacali provinciali (Cgil, Cisl, Uil) e Rappresentanze sindacali aziendali (Cgil, Cisl, Uil e Snals), Università di Bari, i Comuni di Specchia, Sternatia, Otranto, Lequile, Neviano, Alessano ed Uggiano la Chiesa.


Ue: record telelavoro a Repubblica ceca, Italia in coda



Roma - (Labitalia)  27 maggio 2010 - Va alla Repubblica Ceca il record europeo del telelavoro. In questo Paese, infatti, ben il 15,2% degli addetti utilizza il telelavoro nella propria attività professionale. Una percentuale elevata, se si pensa che solo sette dipendenti europei su cento sono telelavoratori. Ossia lavoratori che svolgono la loro attività per almeno un quarto del tempo fuori dalla sede della propria azienda, utilizzando pc, posta elettronica, Internet e ogni altra tecnologia che permetta loro di comunicare e interfacciarsi con l'esterno. Incidenza che scende all'1,7% nella media Ue, se si considerano i telelavoratori 'full time'.
Ben al di sotto della media europea, invece, si trova l'Italia che, con appena il 2,3% di telelavoratori (0,5% a tempo pieno), occupa gli ultimi posti della classifica. Peggio del nostro Paese, infatti, si collocano solo Portogallo (1,8%), Bulgaria (1,6%) e Malta (dove l'incidenza è pari a zero). A stilare la graduatoria del telelavoro è l'Eiro, l'osservatorio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro di Dublino, in un'indagine condotta su 30mila lavoratori di 31 Paesi (oltre alla Ue, anche Norvegia, Svizzera, Croazia e Turchia) e riferita al 2005.
In cima alla classifica, dopo la Repubblica Ceca, si trovano paesi nordici e orientali: Danimarca (14,4%), Belgio (13%), Lettonia (12,2%), Paesi Bassi (12%), Estonia (11,8%), Finlandia (10,6%), Polonia (10,3%). Ancora al di sopra della media europea sono Norvegia (9,7%), Svezia (9,4%), Austria (8,6%), Regno Unito (8,1%), Slovacchia e Grecia (entrambe 7,2%). La percentuale, invece, scende al di sotto della media in Spagna (6,9%), Lituania (6,8%), Slovenia (6,7%), Germania (6,7%), Francia (5,7%), Cipro (5,7%), Lussemburgo (4,8%), Irlanda (4,2%), Ungheria (2,8%) e Romania (2,5%).
Nonostante il livello di diffusione sia ancora basso, osserva l'Eiro, tuttavia, l'incidenza sta crescendo: nella Ue dei Vecchi 15, infatti, era appena del 5,3% nel 2000 e del 4,2% nei Paesi allora candidati a entrare nell'Unione. E i Paesi che oggi occupano i vertici della classifica sono anche quelli che in questi anni hanno conosciuta la crescita maggiore del telelavoro.
Il telelavoro è usato soprattutto in chiave 'part time'. E' più diffuso nei settori finanziario, immobiliare e assicurativo, dove quasi il 15% della forza lavoro utilizza questa modalità per almeno un quarto del tempo. A preferirlo sono più gli uomini (8,1%) che le donne (5,8%), anche perché i settori in cui è più gettonato sono a prevalenza maschile. E l'incidenza è maggiore tra chi ha un livello di istruzione superiore: un quarto dei telelavoratori ha un livello di istruzione secondaria superiore e più del 10% tra professionisti, manager e profili tecnici sono coinvolti nel telelavoro.
Ma stimare l'incidenza di questa modalità di organizzazione del lavoro, generalmente scelta per favorire la flessibilità, non è semplice, come avverte l'Eiro. Un fenomeno certamente crescente da quando, nel 2002, le parti sociali a livello europeo firmarono un accordo quadro per regolare il telelavoro, affidandone però l'applicazione alle relazioni industriali proprie di ciascuno Stato. E, se per i datori il telelavoro è visto come uno strumento per accrescere la produttività, i sindacati, sia pure generalmente favorevoli, conclude l'indagine, spesso puntano il dito contro le difficoltà che il telelavoro crea per l'orario di lavoro, la formazione e le opportunità di carriera.



Pc e chiavetta, 6 dipendenti Asl di Torino sperimentano il telelavoro

Torino, 14 luGLIO 2010. - (Adnkronos) - Un pc, una chiavetta usb per il collegamento a internet e un cellulare: cosi' l'Asl Torino 2 ha deciso di sperimentare il telelavoro, offrendo a sei dipendenti la possibilita' di lavorare da casa una volta alla settimana. I telelavoratori, tutti appartenenti a ruoli amministrativi, completeranno l'orario svolgendo a casa una serie di attivita' concordate con i responsabili dell'ufficio da cui dipendono. Scopo dell'iniziativa: introdurre nell'azienda formule organizzative di lavoro tali da permettere di conciliare attivita' professionale e famiglia, a vantaggio della qualita' della vita dei dipendenti e della produttivita' sul lavoro grazie al superamento di alcune criticita' collegate alle esigenze private e familiari dei dipendenti. Realizzato dal comitato pari opportunita' aziendale con un finanziamento del dipartimento politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, il progetto coinvolge cinque donne e un uomo, tutti residenti fuori Torino, con figli al di sotto dei 12 anni o con carichi di cura familiari gravosi.


IL TELELAVORO PRENDE  CORPO A PALAZZUOLO SUL SENIO


Comune di Palazzuolo sul Senio - 14 Luglio 2010 - Un progetto che la Comunità montana Mugello ha inserito nel Piano di Sviluppo socio-economico, avvalendosi anche di fondi gestiti in raccordo con altre comunità montane toscane
Accrescere l'occupazione qualificata per arginare fenomeni di emigrazione e pendolarismo dalla montagna. Questo è l’obiettivo che si è posta la Comunità montana Mugello assieme alla Provincia e alla Regione, per la realizzazione di un telecentro presso la struttura dell’ex-macello a Palazzuolo sul Senio.
Nello specifico si tratta di uno dei progetti che la Comunità montana Mugello ha inserito nel Piano di Sviluppo socio-economico, avvalendosi anche di fondi gestiti in raccordo con altre comunità montane toscane e l’Uncem.
A spiegare l'iter realizzativo è il sindaco Cristian Menghetti. «Dopo un inizio travagliato, la struttura è stata inaugurata nel marzo 2009, in cui il bando per la gestione è andato deserto, poco prima delle elezioni la precedente amministrazione ha cercato di tamponare questa falla organizzativa attraverso un affidamento diretto della struttura. Gli esiti però sono stati decisamente negativi. Come nuova amministrazione - continua Menghetti - ci siamo trovati di fatto con una struttura vuota, costata molto e assolutamente inutile sotto il profilo occupazionale. Grazie al lavoro svolto in questi mesi si è riusciti a costruire un piano di sviluppo solido e concreto, sono stati firmati protocolli a carattere territoriale per garantire al nuovo gestore commesse minime in grado fungere da motore d’avviamento per l’attività e grazie alla collaborazione costante con la Comunità montana Mugello si è riusciti a programmare una fase di supporto iniziale per lo start up di tre anni».
Il gestore che è stato individuato per scommettere sullo sviluppo delle attività di telelavoro a Palazzuolo è presente da anni sul territorio, e si tratta della cooperativa sociale onlus Comil con sede a Marradi. Una realtà che aveva manifestato interesse per queste attività sin dai primi contatti tenuti con il sindaco Menghetti successivamente all’elezione di giugno 2009.
Comil nasce nel 1994 per perseguire l’interesse generale alla promozione umana ed integrazione sociale dei cittadini, anche attraverso l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Come cooperativa opera in vari settore dall’igiene ambientale alla produzione di pasti, ai servizi di pulizie, fino alla manutenzione verde pubblico.
Per il presidente Angelo Filipponi «raccogliamo questa nuova sfida gestionale proposta dalle pubbliche amministrazioni che hanno messo a disposizione del territorio una risorsa che ad oggi non ha trovato l’interesse di altre imprese locali, per contribuire allo sviluppo del tessuto socio-economico del territorio in modo responsabile e qualificato».
Una dichiarazione d'intenti che per il Sindaco Menghetti «non è certo semplice, vista anche la situazione economica congiunturale. Ma proprio per questo non possiamo che apprezzare lo spirito imprenditoriale dimostrato e soprattutto l’attenzione posta nei confronti del territorio e delle linee di sviluppo lavorativo proposte dalle amministrazioni locali. Fino ad oggi abbiamo lavorato con estrema concretezza per sostenere l’avviamento di questa nuova attività, affinché possa generare una struttura in grado di stimolare la nascita di nuove opportunità lavorative nel nostro comune».




AMBIENTE GREEN ECONOMY
Un futuro più green...passa anche dal web


Si parla tanto di green economy e della necessità di un modello di sviluppo più sostenibile. Il nostro Paese potrebbe essere all’avanguardia per le sue caratteristiche geografiche, eppure una vera coscienza ambientale stenta ancora a decollare. Basti pensare anche alla scarsa attenzione del governo, che ha recentemente tagliato gli incentivi ai pannelli solari.

Per fortuna, per i cittadini e per le imprese esistono tanti altri modi di dimostrare la propria sensibilità in questo campo. E, per quanto possa sembrare strano, la Rete ci può dare una mano!

Pensiamo, tanto per cominciare, agli innegabili vantaggi del telelavoro.
Un’azienda che offrisse ai propri impiegati la possibilità di lavorare da casa darebbe un forte contributo alla riduzione delle emissioni. Anche privilegiare videoconferenze e chat rispetto alle dispendiose visite e riunioni intercontinentali può fare la differenza, specialmente nelle grandi realtà multinazionali.

Il web ci aiuta a essere green anche come acquirenti: studi specializzati hanno dimostrato, per esempio, che il commercio elettronico genera un impatto del 40% inferiore alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO), perché limita i passaggi intermedi fra produttore e consumatore. Per non parlare della digitalizzazione: sempre più persone acquistano mp3 al posto di cd ed e-book al posto di libri, contribuendo a diminuire il dispendio di risorse e la necessità di trasporti su larga scala.

Ormai, inoltre, sembra essere alle porte un’altra rivoluzione, quella del cloud computing, ovvero la possibilità di salvare i nostri dati online anziché su dispositivi fisici come hard disk e chiavette USB. Una vera svolta che permetterebbe anche di frenare il pericoloso aumento di e-waste.
Certo, rimangono ancora alcuni ostacoli. In primis la mancanza di una strategia ben strutturata per sfruttare al meglio tutte le potenzialità offerte dalla Rete. Inoltre, il nostro Paese risente di infrastrutture poco adeguate: senza banda larga per tutti, solo una parte della popolazione avrà una connessione efficiente. Infine, serve una sorta di rivoluzione culturale. Perché il web ci può aiutare solo a patto di adottare una filosofia di consumo più consapevole: informarsi e consumare meglio, con un occhio di riguardo alla sostenibilità dei nostri comportamenti quotidiani.
Doris Zaccaria


Fisco, parte il telelavoro per i dipendenti dell'Agenzia


Roma, 16 lug. (Labitalia) - Oltre i confini dell'ufficio, postazione di lavoro ''a domicilio'' per i dipendenti del Fisco. Debutta il telelavoro in Agenzia, grazie a un progetto sperimentale, condiviso con le organizzazioni sindacali, che quest'anno riserva 100 posti al personale delle Entrate. Obiettivo dell'iniziativa, che dura due anni, è tutelare le esigenze dei dipendenti in particolari condizioni personali e familiari, che impediscono una presenza regolare in ufficio. Ecco come funziona e cosa prevede il progetto.
Un pc portatile con tastiera, una stampante, una smart-card con il relativo lettore, una scrivania con sedile annesso, un armadio e un estintore. E' il kit del telelavoratore dell'Agenzia, che grazie a una connessione Internet Adsl e un cellulare aziendale, può svolgere la sua attività direttamente da casa, ricostruendo tra le mura domestiche una vera e propria postazione di lavoro e viaggiando in rete dal suo pc virtuale, da cui accede in tutta sicurezza alle principali applicazioni utilizzate in Agenzia.
Può partecipare al progetto il personale impiegato con contratto di lavoro a tempo indeterminato, che si dedica a un'attività che si può svolgere da casa, come ad esempio rispondere agli interpelli, predisporre circolari e risoluzioni, monitorare la giurisprudenza tributaria o gestire il sito Internet e Intranet. A ogni telelavoratore è garantito lo stesso trattamento del personale in sede, sia in termini retributivi sia di formazione e di crescita professionale. Entro il 30 settembre prossimo i responsabili degli uffici interessati a sperimentare il lavoro flessibile potranno predisporre la loro proposta, che sara' valutata dalla direzione competente.

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